Siamo unici, come le qualità di castagno
Terra Ticinese, giugno 2022, di Anna Ostini
Percorrendo la Via del Ceneri ci si imbatte in una successione di selve castanili. Il valore storico e ambientale di questi luoghi è avvolgente.
“I castagneti da frutto tradizionali sono composti da alberi di differente varietà, ognuna con caratteristiche morfologiche e funzionali proprie. Questa diversità costituisce la chiave del successo di questo tipo di gestione che per molti secoli ha rappresentato per le popolazioni locali una primaria fonte di sostentamento”, ci spiega Marco Conedera, ingegnere forestale presso l’Istituto Federale di Ricerca WSL di Cadenazzo.
“Non è molto diverso da quello che accade fra le persone, ognuno porta il suo contributo nel gruppo grazie alle sue caratteristiche uniche e speciali”, interviene Federica Keller, che con Conedera ha intrapreso un percorso di studio nell’ambito dell’analisi delle mani.
Marco, perché nella selva castanile possiamo trovare un sistema vincente?
In Ticino è stato verificato che ogni famiglia arrivava a utilizzare almeno cinque diverse varietà di castagno. L’esigenza di una tale diversificazione era data dalla necessità ad esempio di poter estendere il periodo della raccolta dei suoi frutti, iniziando dalle castagne primaticce e finendo con quelle tardive, e di ottimizzarne l’utilizzo in funzione delle caratteristiche dei frutti: varietà da utilizzare fresche, arrostite o bollite, da essiccare e macinare o quale foraggio per animali. La struttura produttiva per l’autosostentamento era quindi basata sulla massimizzazione delle potenzialità dell’albero, a cui andavano ad aggiungersi prodotti secondari come il pascolo, la lettiera, il miele ecc.
Che insegnamento possiamo trarre?
La natura è una grande maestra. Possiamo capire come non esiste un buono o un cattivo a priori. Ognuno porta le sue caratteristiche nel mondo, dando a suo modo un contributo di valore. L’importante è non cadere nell’eccesso e negli estremismi. Per quanto riguarda le persone, noi vediamo queste differenti caratteristiche nella morfologia delle mani. Così come ogni varietà di castagno è riconoscibile a partire dai tratti morfologici esterni, anche il nostro modo di essere si manifesta sia nella forma e nelle linee delle mani, sia nelle impronte digitali. Come in ogni ambito, la possibilità di accedere a queste informazioni è data dalla conoscenza del linguaggio di codifica.
Federica, qual è il vostro messaggio?
Non possiamo essere diversi da chi siamo. Ogni individuo dà il meglio di sé solo quando può vivere il suo tipo, sentendosi per prima cosa in risonanza con sé stesso. Trovando il nostro equilibrio possiamo vivere al meglio anche con gli altri. Accettando le proprie e le altrui inclinazioni è possibile relazionarsi con gli altri con spontaneità e senza snaturarsi.
Non è facile…
La società di oggi, caratterizzata da stereotipi e poca apertura verso il diverso, mette in difficoltà le persone, soprattutto i più giovani, che devono ancora trovare la loro identità nel gruppo. Le diversità non vengono viste come opportunità, ma come un difetto. L’analisi delle mani permette, tra le altre cose, di decifrare il proprio tema di vita e il proprio potenziale e come questi possono essere integrati nella vita familiare, sociale e lavorativa.
Marco, l’analisi delle mani è una disciplina che suscita grande scetticismo.
Si tratta di un sapere molto antico che negli anni ‘70 negli Stati Uniti è stato verificato e attualizzato da Richard Unger, grazie a degli studi comparativi sul campo e con l’aggiunta della decodifica delle impronte digitali. Io e Federica, che arriviamo da percorsi lavorativi scientifici e commerciali, abbiamo apprezzato questa disciplina perché è continuamente verificabile in base all’evidenza empirica e ai riscontri oggettivi delle esperienze che facciamo.
Federica, vi chiedono spesso se leggete il futuro?
Praticamente sempre (ride, ndr), ma non ce ne occupiamo e nemmeno diamo indicazioni sullo stato di salute. Noi aiutiamo nella conoscenza di sé. Difficilmente diciamo alle persone cose che nel profondo non sanno già. Semplicemente aiutiamo a portare a galla queste sensazioni e a dare loro una collocazione logica, che le rende più facilmente comprensibili e accettabili. In definitiva invitiamo solamente le persone a fidarsi di ciò che sentono. Non è mai troppo tardi: anche chi è meno giovane, grazie a questo riscontro, può trovare maggiore pace con la propria vita vissuta.
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